venerdì 22 febbraio 2013

L'incappucciato





Qualche giorno fa, dopo un’altra infinita giornata lavorativa, prolungata ulteriormente dalla consueta spesa settimanale, mi dirigo verso casa.
Verso le 19.30, quando il giorno ha già lasciato spazio alla notte, carica di buste e bustine del supermercato, esco dal garage e imbocco il vialetto di casa, illuminato solo con dei lampioncini bassi.
Appena girato l’angolo alzo lo sguardo.. e la vedo. Una figura scura camminava con passo deciso verso di me, avvolta in un lungo mantello e con un cappuccio a coprire la testa…
In quel momento, nella mia testa, la vedo tirar fuori la falce da sotto il mantello, e sorridente portarmi via con un suadente “ciao… sono La Morte, ti aspettavo”…
Inizia a battermi il cuore un po’ più forte del normale… comincio a procedere con passo un po’ meno convinto di prima e con la mente comincio a valutare come scamparmela… lasciare le buste a terra e scappare a gambe levate dalla parte opposta? Lanciare un pacco di sale grosso in testa all’incappucciato e fuggire a gambe levate? Urlare impaurita e fuggire a gambe levate? Fuggire a gambe levate e basta?
Nel frattempo che nella mia testa vagliavo le varie ipotesi, la lugubre figura mi raggiunge e con voce bassa mi chiede “buonasera… Scusa, sai dirmi dove abita la famiglia Parotti?”.
Lo guardo immobile… “ehm.. no, no. Mi spiace. Forse più giù. Non li conosco”.
Lo supero, e veloce entro nel cancello di casa chiudendolo rapida alle mie spalle. Salgo le scale e entro in casa serrando la porta.
Appoggiata alla porta d’ingresso faccio un sospiro, guardo in aria.. e sorridendo penso
“E per questa volta è andata. Oggi La Morte non stava cercando me”.


n.d.r. Anche se, diciamocela tutta… a me questo Sig. Morte non la racconta proprio giusta.. ma non conosce neanche gli indirizzi di casa dei prescelti e chiede informazioni?!?
O magari chissà… sarà stato assunto da poco con un contratto a progetto..

venerdì 1 febbraio 2013

Amore peloso...



E poi arriva quel giorno in cui, non si sa bene per quale motivo, la tua gattina dispettosa decide che deve svegliarti nel cuore della notte. Stranamente sceglie di farlo in modo carino, avvicinandosi piano al cuscino e iniziando a leccarti una guancia.  
In quel momento, appena strappata al mondo dei sogni dalla sua linquetta ruvida, e ancora in dormiveglia, ti giri.. allunghi la mano verso l’altra parte del letto come a cercare qualcuno nel buio e mugugni un “mmmm.. si, che c’è amore?”. Ovviamente convinta che lì vicino ci sia la tua dolce metà.
Ora mi rivolgo un attimo al mio neurone solitario… Senti amico mio.. a me sta più che bene sognare di essere insieme a lui e averlo sempre vicino. Però… ora… ragioniamo un secondo insieme… MA TI PARE CHE MI PUO’ SVEGLIARE LECCANDOMI LA FACCIA?!?!?!?!?
E’ confermato. Io e il mio simpatico neurone siamo, indiscutibilmente, irrecuperabili.  

martedì 8 maggio 2012

Profumo di caffè


Ore 07.30. Buttata dal letto da quella dannatissima sveglia da una manciata di minuti, ma già vestita e seduta davanti ad una tazza di caffè macchiato e qualche biscotto, provando a tenere gli occhi aperti.
Mentre inzuppo i pan di stelle nel caffè (posso fare pubblicità vero? J) mi sento piombare delicatamente Apple sulle gambe. Abbasso lo sguardo e provo a dirle di scendere un paio di volte. Risultato? Gatto che fa le fusa acciambellato sulle mie gambe.
Va beh.. troppa fatica farla scendere, ho troppo sonno. Ricomincio a mangiare. Finiti i biscotti prendo in mano la tazzina e faccio per bere. Non l’avessi mai fatto. Con un gesto ho trovato il gioco del secolo per Apple! Si è alzata di scatto e subito è venuta a tentare di prendere la tazzina. Con la velocità di un bradipo mi sono divincolata e l’ho riappoggiata sul tavolo. Da qui non ci ho capito più nulla. Mi ricordo solo di aver tentato di fermarla, inutilmente, mentre velocissima (anche se io, forse per il sonno, ho praticamente visto la scena a rallentatore..), infilava la zampina bianca dentro la tazzina rovesciando la tazzina e tutto il suo contenuto sul tovagliolo. E sul tavolo. E sulle sue zampe. E sulla mia maglia bianca. E sui miei jeans. E sul pavimento.
Che buono il profumo di caffè! Il sapore non lo so.. bisognerebbe sentire Apple dopo che ha finito di ripulire se stessa e il pavimento…  

mercoledì 21 marzo 2012

Se il buongiorno si vede dal mattino...

Qualcuno mi deve spiegare, una volta per tutte, io, cosa ho fatto di male.
Stamattina Apple ha deciso che alle 05 era ora di svegliarsi. Ha cominciato a fare un delirio sopra al letto. Saltava, correva, mi attaccava, mordeva, sbatteva.
"Basta mi hai stufato!".  Mi sono alzata e l’ho chiusa di la.
Tempo 10 minuti ed ho iniziato a sentire i classici rumori da “scusa, sposto un attimino il divano perché credo che mi ci sia finita sotto la pallina”.
Mi sono alzata e le ho aperto la finestra della terrazza così poteva starsene un po’ fuori.
Tempo 20 minuti ed era di nuovo sopra il mio letto a fare casino e saltare come una molla. 
Nel frattempo faccio presente che, nella mezzora di "pausa da Apple", i miei vicini hanno pensato bene di mettersi a fare sesso, ovviamente con relativi mugulii di approvazione. Da parte di lui.. lei non si sentiva… forse non si stava divertendo.. o probabilmente alle 05.30.. stava ancora dormendo.
In questo momento sono seduta in ufficio con lo sguardo da ebete perso sullo schermo del pc e con la netta sensazione di essere finita sotto ad un autobus. Peloso, con 4 zampe, un collare ad imbuto, tante unghiette e che al posto di suonare il clacson.. tromba…

domenica 22 gennaio 2012

...e l'eterna lotta con il miscelatore della doccia.

Ora. Io non ci credo che siamo nel 2012, ho un cellulare che se solo glielo chiedessi mi laverebbe anche la macchina, e ancora nessun uomo (o donna, o se volete anche un lemure per quanto mi riguarda) sia riuscito a creare un miscelatore della doccia.. Che funzioni!
Non è possibile che ogni volta che uno fa la doccia, debba litigare con l’acqua.. È stressante sia per noi che per lei. Basterebbe così poco.. Un simpatico miscelatore che muovendo la leva spedisce l’acqua alla giusta temperatura che chiediamo. E invece no.
Ogni volta che si entra sotto la doccia, si apre l’acqua e puntualmente scorre gelata. Cominci a muovere la leva del miscelatore verso sinistra, aspettando che arrivi un cenno di calore. Dopo circa 10 minuti che provi a far venire l’acqua della giusta temperatura, finalmente ci riesci. Ti godi il momento, ma dura giusto il tempo di bagnarsi, perché poi.. Chiudi il rubinetto per insaponarti. E puntualmente, nonostante tu non abbia spostato di una virgola la leva, quando riapri, l’acqua arriva con la stessa temperatura dei ghiacci dell’Antartide. In quel frangente ti fiondi con la mano che non ha ancora perso la sensibilità dal freddo, a girare il rubinetto cercando un po’ di calore. E ricomincia tutto da capo. Quando poi senti che l’acqua comincia ad essere finalmente tiepida, muovi ancora di qualche millesimo la levetta a sinistra.. e dopo qualche secondo ecco un fiume di lava bollente uscire dalla cipolla della doccia. Talmente calda che inizia anche a sentirsi il classico odore di peli di gallina bruciati..
Alla luce di tutto ciò.. direi che a questo punto può partire la petizione "un miscelatore per amico".. Stop alle violenze delle nostre docce, Sì a una doccia più amica! Aderite numerosi!

martedì 17 gennaio 2012

Lezione di oggi...

Arrivo a casa dal lavoro.. Stanca e di corsa come al solito. Salgo fino al pianerottolo e mentre cerco le chiavi di casa sento il vicino uscire sulla terrazza. Mi giro e lo saluto sorridente. Lui ricambia il saluto e durante la sua ricerca di qualcosa di, credo commestibile, dal mobiletto della terrazza, inizia a fare conversazione da buon vicino di casa: Come va, come non va, che fai, che non fai..
A un certo punto inizia a disquisire sul fatto che si è fatto proprio freddo. Io non faccio in tempo a confermare annuendo che lui mi chiede “da te è caldo?” e io tranquilla “si, si. Si sta bene è caldo”. E lui continua “eh io tengo i termosifoni accesi tutto il giorno”. Io in un momento di completa innocenza, me ne esco con un “ah si? Io quasi mai invece.. Ahhhh! Ho capito! Allora mi scaldi tu!!”. Appena le ultime lettere mi sono uscite dalla bocca il neurone è arrivato a destinazione, complimentandosi calorosamente per la felicissima uscita, completamente priva di doppi sensi. E mentre il mio vicino ridendo farfugliava qualcosa su “metodi alternativi” da lui utilizzati per il riscaldamento, io con la classica faccina da chi ha appena fatto una figura di m. e con la coda fra le gambe mi sono pian piano diretta verso la porta di casa, giocherellando con le chiavi per far capire che le avevo trovate. “Ehehe, e insomma.. allora.. Buona cena eh!” saluto con un sorrisetto ebete stampato in faccia, mentre lui mi fa l‘occhiolino.. A quel punto mi volto e cerco di aprire rapida la porta di casa per andare a sotterrarmi sotto al prezzemolo.. Peccato che la mia serratura abbia una velocità di apertura (e anche i rumori di chiavistelli cigolanti sono gli stessi, giuro!) pari a quella del ponte levatoio di un castello medioevale…
Lezione di oggi: arrivare a casa quando tutti dormono per evitare incontri imbarazzanti.

Apple e la sabbietta

Apple sarà pure una micietta di 5 mesi che pesa meno di 2kg… ma vi assicuro che va in bagno come un elefante afgano. No, non sto scherzando. Ho chiamato giusto ieri la ditta che mi rifornisce, e prossima settimana mi scaricano un bilico di sabbia direttamente sotto casa. Mi hanno già confermato che a fine mese mi eleggeranno “miglior cliente dell’anno 2012”. Son soddisfazioni.
Vi giuro che a volte, quando vado a pulire la sua sabbietta, resto basita dalle dimensioni e dalle quantità di “rifiuto organico” che devo spalare via. E qualche volta ci rimane male anche lei.
Arriva nella sabbietta, si mette in posizione e, impostando il musetto intelligente da gatta che sta riflettendo su come impadronirsi delle chiavi di casa per farmi uno scherzone lasciandomi chiusa fuori, crea… Quando la sua creazione è terminata, si alza, si volta ad annusare per poi ricoprire il tutto. Solo che qualche volta, quando la creazione è stata particolarmente portentosa, la vedo che annusa un pò, ma prima di ricoprire il tutto con la zampetta si ferma un attimo con lo sguardo perso verso quel coso appena uscito dal suo corpo e il musetto come a dire “ma.. ma.. ma sono stata io a fare QUESTO??!?!?!”.  Dopo un pò si decide a coprire il tutto, forse per dimenticare, e se ne va trotterellando allegra e leggera in cucina a mangiare qualcosa, visto che, le si è giusto liberato uno spazietto.