domenica 22 gennaio 2012

...e l'eterna lotta con il miscelatore della doccia.

Ora. Io non ci credo che siamo nel 2012, ho un cellulare che se solo glielo chiedessi mi laverebbe anche la macchina, e ancora nessun uomo (o donna, o se volete anche un lemure per quanto mi riguarda) sia riuscito a creare un miscelatore della doccia.. Che funzioni!
Non è possibile che ogni volta che uno fa la doccia, debba litigare con l’acqua.. È stressante sia per noi che per lei. Basterebbe così poco.. Un simpatico miscelatore che muovendo la leva spedisce l’acqua alla giusta temperatura che chiediamo. E invece no.
Ogni volta che si entra sotto la doccia, si apre l’acqua e puntualmente scorre gelata. Cominci a muovere la leva del miscelatore verso sinistra, aspettando che arrivi un cenno di calore. Dopo circa 10 minuti che provi a far venire l’acqua della giusta temperatura, finalmente ci riesci. Ti godi il momento, ma dura giusto il tempo di bagnarsi, perché poi.. Chiudi il rubinetto per insaponarti. E puntualmente, nonostante tu non abbia spostato di una virgola la leva, quando riapri, l’acqua arriva con la stessa temperatura dei ghiacci dell’Antartide. In quel frangente ti fiondi con la mano che non ha ancora perso la sensibilità dal freddo, a girare il rubinetto cercando un po’ di calore. E ricomincia tutto da capo. Quando poi senti che l’acqua comincia ad essere finalmente tiepida, muovi ancora di qualche millesimo la levetta a sinistra.. e dopo qualche secondo ecco un fiume di lava bollente uscire dalla cipolla della doccia. Talmente calda che inizia anche a sentirsi il classico odore di peli di gallina bruciati..
Alla luce di tutto ciò.. direi che a questo punto può partire la petizione "un miscelatore per amico".. Stop alle violenze delle nostre docce, Sì a una doccia più amica! Aderite numerosi!

martedì 17 gennaio 2012

Lezione di oggi...

Arrivo a casa dal lavoro.. Stanca e di corsa come al solito. Salgo fino al pianerottolo e mentre cerco le chiavi di casa sento il vicino uscire sulla terrazza. Mi giro e lo saluto sorridente. Lui ricambia il saluto e durante la sua ricerca di qualcosa di, credo commestibile, dal mobiletto della terrazza, inizia a fare conversazione da buon vicino di casa: Come va, come non va, che fai, che non fai..
A un certo punto inizia a disquisire sul fatto che si è fatto proprio freddo. Io non faccio in tempo a confermare annuendo che lui mi chiede “da te è caldo?” e io tranquilla “si, si. Si sta bene è caldo”. E lui continua “eh io tengo i termosifoni accesi tutto il giorno”. Io in un momento di completa innocenza, me ne esco con un “ah si? Io quasi mai invece.. Ahhhh! Ho capito! Allora mi scaldi tu!!”. Appena le ultime lettere mi sono uscite dalla bocca il neurone è arrivato a destinazione, complimentandosi calorosamente per la felicissima uscita, completamente priva di doppi sensi. E mentre il mio vicino ridendo farfugliava qualcosa su “metodi alternativi” da lui utilizzati per il riscaldamento, io con la classica faccina da chi ha appena fatto una figura di m. e con la coda fra le gambe mi sono pian piano diretta verso la porta di casa, giocherellando con le chiavi per far capire che le avevo trovate. “Ehehe, e insomma.. allora.. Buona cena eh!” saluto con un sorrisetto ebete stampato in faccia, mentre lui mi fa l‘occhiolino.. A quel punto mi volto e cerco di aprire rapida la porta di casa per andare a sotterrarmi sotto al prezzemolo.. Peccato che la mia serratura abbia una velocità di apertura (e anche i rumori di chiavistelli cigolanti sono gli stessi, giuro!) pari a quella del ponte levatoio di un castello medioevale…
Lezione di oggi: arrivare a casa quando tutti dormono per evitare incontri imbarazzanti.

Apple e la sabbietta

Apple sarà pure una micietta di 5 mesi che pesa meno di 2kg… ma vi assicuro che va in bagno come un elefante afgano. No, non sto scherzando. Ho chiamato giusto ieri la ditta che mi rifornisce, e prossima settimana mi scaricano un bilico di sabbia direttamente sotto casa. Mi hanno già confermato che a fine mese mi eleggeranno “miglior cliente dell’anno 2012”. Son soddisfazioni.
Vi giuro che a volte, quando vado a pulire la sua sabbietta, resto basita dalle dimensioni e dalle quantità di “rifiuto organico” che devo spalare via. E qualche volta ci rimane male anche lei.
Arriva nella sabbietta, si mette in posizione e, impostando il musetto intelligente da gatta che sta riflettendo su come impadronirsi delle chiavi di casa per farmi uno scherzone lasciandomi chiusa fuori, crea… Quando la sua creazione è terminata, si alza, si volta ad annusare per poi ricoprire il tutto. Solo che qualche volta, quando la creazione è stata particolarmente portentosa, la vedo che annusa un pò, ma prima di ricoprire il tutto con la zampetta si ferma un attimo con lo sguardo perso verso quel coso appena uscito dal suo corpo e il musetto come a dire “ma.. ma.. ma sono stata io a fare QUESTO??!?!?!”.  Dopo un pò si decide a coprire il tutto, forse per dimenticare, e se ne va trotterellando allegra e leggera in cucina a mangiare qualcosa, visto che, le si è giusto liberato uno spazietto.

giovedì 12 gennaio 2012

Apple e la sveglia


Ho una gatta decisamente mattiniera non c’è che dire. Ogni mattina, sin dal primo giorno in cui l’ho portata a casa con me, si è sempre svegliata presto, il suo orario ideale di solito erano le 7.00am.
Ma da qualche giorno a questa parte, qualcosa le ha fatto cambiare fuso orario e il risveglio arriva sempre prima..
Stamattina infatti ore 6.00am precise, la piccola Apple (tanto bella e coccolosa quanto schizofrenica quando gioca), era sveglia e attiva come se fosse mezzogiorno e il sole splendesse luminoso e alto nel cielo. E, ovviamente, ha deciso che dovevo svegliarmi anche io. Ovviamente giocando. Ovviamente sopra al letto. Ovviamente affondando le sue unghiette e i suoi dentini affilati nelle mie mani/braccia/piedi. Ovviamente fregandosene dei miei inutili “No!” o “Fai piano!” o “Basta vai di là!” o dei miseri tentativi di metterla giù dal letto con la speranza che trovasse qualcosa di più appetibile per giocare. Ovviamente guardandomi con i suoi occhioni azzurri in versione “gatto con gli stivali”, con annesse fusa, od ogni accensione di luce per controllare da dove arrivassero gli strani rumori che sentivo. Ovviamente concludendo il tutto con un “mao” seguito da inconfondibile gesto di zampina verso le sue delicate fauci come a dire “Gatto fame, gatto deve mangiare!” (ndr. Quest’ultima ispirata da Simon’s Cat).
Al che, dopo aver provato in tutti i modi a restare sotto le coperte, mi sono decisa a lasciare il caldo tepore del mio piumone e avventurarmi nella fredda aria mattutina della cucina, per poterle dare la tanto desiderata pappa.
Apple felice mi fa due coccole e si fionda sulla ciotola. Ancora addormentata resto a guardarla un attimo mentre divora la sua colazione, poi guardo l’orologio.. ma si, è ancora presto. Me ne torno un po’ a nanna.
Io non lo so se sono passati 3 minuti da quando ho appoggiato la testa sul cuscino, che lei era già di nuovo lì a miagolare e saltellare come una molla sopra le coperte.
Va bene, va bene. Ho capito. Mi sveglio.